domenica 8 settembre 2013

Un pezzo di Svezia

"Io sono una parte di tutto ciò che ho incontrato e incontrerò sulla mia strada"

Questo lo diceva Alfred Tennyson, poeta inglese dell'ottocento. Di sicuro succede anche il contrario: tutto quello che incontro diventa un pezzo di me.

Mi piace immaginarmi come un grande puzzle il cui disegno finale è in continua evoluzione. Ci sono certi pezzi che sono indissolubilmente miei, alcuni che perdo per strada, altri che regalo. Poi ci sono i pezzi che raccolgo: alcuni cercati, qualcun'altro in cui inciampo quasi per caso.
Ci sono quelli improbabili che non avrei mai immaginato far parte del mio disegno e altri che sembrano essere stati messi lì apposta ad aspettarmi, una sorta di appuntamento inevitabile.


Tutto quello che incontro diventa un pezzo di me. E anche delle mie torte. 
D'altronde quale luogo è migliore di una cucina per mischiare pezzi e ingredienti?
Il pezzo che ho trovato quest'estate ha la forma di un alce.

 
E' una forma che porta con sè il profumo penetrante di cannella delle caffetterie di Stoccolma, il colore blu profondo del mar Baltico, il sapore intenso delle fragole di Sigtuna, il suono dei gabbiani tra le viuzze di Gamla Stan, la luce assoluta dell'estate scandinava e le sue ombre nette. Ha il retrogusto agrodolce del sentirsi stranieri e dello scoprirsi inspiegabilmente, in qualche modo, come a casa. 

Viaggiare è, più di ogni altra cosa, uno scambio di pezzi.  
Quello che ho preso e che ho lasciato lo dirà solo il tempo, ma intanto una cosa mi sembra certa: chi si ferma non solo è perduto, ma si perde un sacco di pezzi.


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