Un giorno in più...

Quanto può essere lungo un giorno?

Durante la preparazione degli esami all'università, la frase d'obbligo arrivati con l'acqua alla gola al giorno prima dell'esame era: "Certo che un giorno in più avrebbe fatto la differenza..." (ben consci che se davvero la data dell'esame fosse stata un giorno dopo, si sarebbe semplicemente posticipato l'inizio dello studio di un giorno!). Ogni minuto in più sembrava cruciale, come quando si vuole finire a regola d'arte una decorazione per una torta di compleanno.

Ora che i casi della vita mi hanno portata a Milano ci sono giorni, anzi intere settimane, che finiscono ancora prima di cominciare, nel turbine della giungla metropolitana. Come quelle glasse dense dense che non fai in tempo a versarle e stanno già solidificando.

Poi ci sono quei giorni lenti che sembrano non passare mai. All'apparenza inconcludenti e senza un obiettivo immediato, in realtà forieri di grandi trasformazioni. Simili ad un pan di Spagna che lievita piano e in silenzio, incurante del fatto che il resto del mondo corre.

Quest'anno abbiamo un giorno in più.

"Anno bisesto, anno funesto", dicevano gli antichi, probabilmente maledicendo chi sadicamente ha aggiunto il giorno in più durante il freddo e buio Febbraio, invece che nel mezzo della settimana di Ferragosto...!

Certo, un giorno in più aumenta la probabilità del verificarsi dell'umana tendenza a fare cavolate: abbiamo 24 ore tonde tonde per sprigionare tutto il nostro potenziale distruttivo. Prendere multe, dimenticare le chiavi di casa, scordarsi il compleanno di chi (poverino!) festeggia ogni 4 anni, confondere il barattolo del sale con quello dello zucchero, stingere la nostra maglietta preferita, sbagliare tinta di capelli, perdere treni, aerei, occasioni.

Ma magari, chissà, per una volta potremmo sfuggire alla statistica e combinare qualcosa di buono...!

E aspettando di vedere che tipo di giornata sarà questo 29 febbraio 2012, non posso far altro che augurare un buon anno funesto a tutti... e che Dio ce la mandi buona!